Dallo scorso marzo, la maggior parte dei percettori di SFL si è visto sospendere il pagamento dell’indennità di 350€. Si tratta complessivamente di centinaia di abruzzesi percettori dell’indennità che, per chi ha meno di 60 anni, ha parzialmente sostituto il Reddito di Cittadinanza.

Supporto per la Formazione lavoro

 

Persone in situazione di forte indigenza economica, spesso con storie difficili alle spalle e con enormi difficoltà a trovare lavoro, che si sono attivati tramite i Centri per l’Impiego, in percorsi per la ricerca di occupazione.

 

Ma da marzo, a seguito di una circolare INPS, per molti di loro i pagamenti sono cessati andando a peggiorare le condizioni di gente che già viveva situazioni di estrema difficoltà, senza avere, peraltro, notizie certe su cosa accadrà in futuro.

 

La durata prevista del Supporto Formazione Lavoro, partito lo scorso mese di settembre, sarebbe stata di 12 mesi, ma, oltre ad aver scontato forti ritardi nella fase iniziale anche per l’assenza di corsi di formazione disponibili, ora non è chiaro quali saranno i tempi dei pagamenti mensili.

 

Ritardi ed incertezze i cui effetti sono particolarmente gravi considerato che si stanno scaricando sulle spalle di una fascia di popolazione con forti fragilità sociali ed economiche, a cui è già stato ridotto l’importo del precedente reddito di cittadinanza e che oggi si vede bloccato anche il pagamento del piccolo sussidio dell’SFL.

 

Per queste ragioni, CGIL e Patronato INCA Abruzzo Molise, hanno richiesto all’Assessorato al Lavoro ed alle Politiche Sociali della regione Abruzzo ed alla direzione regionale INPS, l’istituzione di un tavolo permanente di confronto che monitori l’andamento di Supporto Formazione Lavoro e Assegno Di Inclusione in Abruzzo e trovi una rapida soluzione alle problematiche che stanno impedendo ai beneficiari di percepire puntualmente quello di cui hanno diritto. Un tavolo che, inoltre, analizzi i numeri reali di due misure che, a differenza di quanto accadeva in passato con il Reddito di Cittadinanza, non sono mai stati resi noti aumentando ulteriormente l’incertezza sulla reale efficacia degli strumenti.

Pescara, 6 maggio 2024

La Segretaria Regionale CGIL Abruzzo Molise, Federica Benedetti
Il Coordinatore Regionale INCA CGIL Abruzzo Molise, Mirco D'Ignazio

 

 

Nel 2023 in Abruzzo 36 persone hanno perso la vita lavorando.

36 persone in Abruzzo, lo scorso anno, sono uscite per andare a lavoro ma non hanno fatto più ritorno a casa. Un dato drammatico e superiore a quello già tragico del 2022 quando a morire furono in 21. Un trend inverso rispetto all’andamento degli infortuni sul lavoro scesi dai 15.686 del 2022 ai 12.112 del 2023.

Le vittime, in tutti i casi maschi (28 di nazionalità italiana ed 8 stranieri), sono state 13 nelle province di Teramo e Chieti, 8 in quella di Pescara e 2 all’Aquila. 

L’edilizia, con 7 morti, ha fatto registrare il maggior numero di casi, seguita dai settori dell’industria chimica, dell’agricoltura e del commercio in cui si sono contate 5 vittime ciascuno.

31 gli incidenti avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, mentre 5 durante il percorso casa-lavoro.

Dai dati INAIL, poi, emerge che diversa è la situazione generale degli infortuni che diminuiscono del 23%, facendo registrare un calo in tutte le province (442 in meno in provincia dell’Aquila, 1.300 a Teramo, 558 a Chieti e 1.235 a Pescara).

Poco meno del 20% di questi si registra nei servizi sanitari (in particolare negli ospedali e nelle case di cura e nell’assistenza), più del 10% nell’edilizia e circa l’8% in agricoltura. 

Dei complessivi 12.112 incidenti, che hanno visto coinvolti 7.236 uomini e 4.876 donne, l’88% è avvenuto in azienda durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, mentre il 12% in itinere, ovvero nel trasferimento da casa al posto di lavoro. 

I dati degli infortuni evidenziano una situazione inaccettabile: nonostante tutte le opportunità che oggi la tecnologia offrirebbe rispetto a migliori e più efficaci misure di sicurezza, sono sempre di più le persone che muoiono sul lavoro e sempre più gravi gli incidenti che occorrono.

Numeri che evidenziano tutte le criticità ed i limiti del mondo del lavoro in Abruzzo, rimarcando la necessità di politiche nazionali e regionali che riducano la precarietà e le forme flessibili  come i  lavori a chiamata, somministrazione spinta, utilizzo crescente dei  voucher , ricorso massiccio ai sub appalti. 

Così come è necessario rafforzare il sistema dei controlli attraverso l’aumento del personale degli enti preposti per contrastare quelle imprese che non rispettano i dettami legislativi e, risparmiando sull’adeguamento normativo, producono possibili rischi per la vita e la salute dei lavoratori oltre che una concorrenza sleale verso quelle aziende che invece correttamente investono nella sicurezza. 

Necessario poi formare e aggiornare i lavoratori in maniera permanente dedicando ore specifiche durante il regolare lavoro e prevedere controlli annuali mirati sul territorio in più ambiti lavorativi e un piano regionale di interventi da attivarsi come previsto dal  Dl 81. 

Investimenti in sicurezza ed innovazioni tecnologiche, rispetto di leggi e contratti, maggiori controlli e risorse agli enti ispettivi, lavoro stabile e sicuro, formazione, coinvolgimento delle parti sociali e contrattazione, attenzione della politica nazionale e locale sul tema: questi gli elementi necessari perché il lavoro smetta di essere causa di morte e diventi solo strumento di crescita economica e sociale.

 

Nel 2023 in Molise calano gli infortuni ma non i morti sul lavoro.

5 persone nel 2023 in Molise sono morte per infortunio sul lavoro, lo stesso numero del 2022. Ancora 5  famiglie che non hanno più visto un loro caro tornare a casa dal lavoro. Un dato stabile nonostante il numero complessivo degli incidenti sul lavoro sia sensibilmente diminuito, passando da 2.411 del 2022 a 1.766 del 2023.

Gli incidenti, 4 in provincia di Campobasso ed 1 in provincia di Isernia e che hanno visto coinvolti in tutti i casi lavoratori maschi e di nazionalità italiana, sono avvenuti tutti sul luogo di lavoro durante lo svolgimento dell’attività e i settori coinvolti sono stati quello dell’industria, delle costruzioni e dell’agricoltura.

È invece del 27% la diminuzione degli infortuni registrati dall’INAIL nel 2023 rispetto al 2022: 640 in meno in provincia di Campobasso e 285 in quella di Isernia.

Nell’ordine agricoltura, edilizia e assistenza sanitaria residenziale ed ospedaliera, i settori in cui maggiormente si contano denunce di infortuni sul lavoro. Denunce che hanno coinvolto in 620 casi lavoratrici e in 1.146 lavoratori e che hanno riguardato incidenti avvenuti 1.578 volte in produzione durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e 188 nel tragitto casa-lavoro.

Dati che evidenziano la fragilità di un territorio regionale in cui ancora non si riescono a cogliere le opportunità che gli investimenti in innovazione tecnologica, anche rispetto alla sicurezza sul lavoro, potrebbero generare. A questo va aggiunta la carenza cronica di ispettori e di risorse degli enti ispettivi, oltre alla storica fragilità di alcuni settori come l’agricoltura e l’edilizia.

Fattori che necessiterebbero una chiara e netta inversione di tendenza, a partire da una maggiore e costante attenzione al tema del lavoro sicuro, stabile e garantito, della politica locale e nazionale. Fin quando si dovrà fare i conti con il lavoro povero e precario e con la mancanza di possibilità di crescita economica e sociale della regione, si continueranno a commentare i numeri inaccettabili di vittime che, per riportare a casa uno stipendio, mettono a rischio troppo spesso la propria vita.

Pescara, 1° febbraio 2o24   

ll Segretario CGIL Abruzzo Molise, Francesco Spina

Il coordinatore regionale INCA CGIL Abruzzo Molise, Mirco D'Ignazio

 

infortuni sil lavoro sicurezza

Indennnità di DISOCCUPAZIONE AGRICOLA 2024: affrettati, la DOMANDA va inviata ENTRO il 31 MARZO!

Per aver diritto alla DISOCCUPAZIONE AGRICOLA  si deve aver lavorato almeno 102 giorni nel biennio 2022-2023 di cui una parte nel settore dell'agricoltura.

Per fare la domanda, vieni alla CGIL e porta con te un documento di identità, i contratti di lavoro, le buste paga ed il codice IBAN del tuo conto corrente bancario o postale.

Clicca sulla tua regione per trovare la sede del Patronato INCA CGIL più vicina a te in Abruzzo ed in Molise 

Oppure contatta la FLAI CGIL  (la categoria della CGIL che si occupa di lavoratrici e lavoratori agricoli) della tua provincia per avere informazioni sulla tua domanda di DISOCCUPPAZIONE AGRICOLA 2024

FLAI CGIL Pescara, Nadia Rossi 3357704049

FLAI CGIL Teramo, Cristiana Bianucci 3440178951

FLAI CGIL Chieti, Florinda Di Giacomo 3426876325

FLAI CGIL L'Aquila, Luigi Antonetti 3481135260

FLAI CGIL Molise, Giovanni D'Aguanno 3357792202

 

diritti in campo flai

Indennnità di DISOCCUPAZIONE AGRICOLA 2024: chiederla è un tuo diritto!

DIRITTI IN CAMPO: contatta la FLAI CGIL della tua provincia (la categoria della CGIL che si occupa di lavoratrici e lavoratori agricoli) per avere informazioni sulla tua domanda di DISOCCUPPAZIONE AGRICOLA 2024

FLAI CGIL Pescara, Nadia Rossi 3357704049

FLAI CGIL Teramo, Cristiana Bianucci 3440178951

FLAI CGIL Chieti, Florinda Di Giacomo 3426876325

FLAI CGIL L'Aquila, Luigi Antonetti 3481135260

FLAI CGIL Molise, Giovanni D'Aguanno 3357792202

Oppure recati nella sede PATRONATO INCA CGIL più vicina a te: clicca sulla tua regione per trovare l'indirizzo degli uffici in Abruzzo e in Molise

ATTENZIONE:
Per aver diritto alla DISOCCUPAZIONE AGRICOLA  si deve aver lavorato almeno 102 giorni nel biennio 2023-2023 di cui una parte nel settore agricoltura.

Per fare la domanda, porta con te un documento di identità, i contratti di lavoro, le buste paga ed il codice IBAN del tuo conto corrente bancario o postale.

 

diritti in campo flai

Una vittoria importante per il Patronato INCA Cgil di Chieti che attraverso il proprio legale convenzionato, Giangiacomo Fabio, vede riconoscersi, attraverso una sentenza del Tribunale di Vasto, l’applicazione del sistema del calcolo retributivo della pensione al 31/12/2011 per un vitalizio anticipato in cumulo con cassa professionale.

Nonostante l’assistito della Cgil Chieti avesse maturato i 18 anni di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 cumulando i contributi presenti nel Fondo Pensioni lavoratori dipendenti e nella Cassa Geometri, l’Inps, in applicazione della sua Circolare n.140/2017, aveva ritenuto che per la determinazione dell’anzianità contributiva rilevante ai fini dell’applicazione del sistema di calcolo della pensione doveva essere presa in considerazione solo l’anzianità maturata dall’interessato presso l’assicurazione generale obbligatoria escludendo pertanto la contribuzione presente nella Cassa Geometri senza la quale il requisito dei 18 anni al 31/12/1995 non era raggiunto.

La tesi dell’INPS è stata ritenuta erronea dal Tribunale di Vasto in quanto la legge prevede espressamente che per la determinazione dell’anzianità contributiva rilevante ai fini dell’applicazione del sistema di calcolo della pensione si deve tener conto di tutti i periodi assicurativi non coincidenti e quindi anche di quelli presenti nelle casse professionali.

Questa Sentenza rappresenta un precedente importante non solo per i casi simili a quello sopracitato, ma anche per tutti quei casi in cui l’Inps applica una propria Circolare in contrasto con il dettato normativo.

visco